L’Artista

L'ARTISTA

La Trasformazione

Alcuni anni fa, durante un periodo all’apparenza sereno, iniziai a maturare una certa insofferenza, un’insoddisfazione crescente che non mi lasciava più trovare gusto in quello che stavo facendo. All’epoca facevo un lavoro interessante che mi garantiva un buon stipendio. Avevo la tanto raccomandata sicurezza economica, ma sentivo che avevo il bisogno di concedermi del tempo per ascoltarmi, per capire che cosa veramente aveva valore per me.
Volevo riconoscere e nutrire i miei ideali, i miei valori.

Il Giovanni che volevo trasformare era parte funzionale di un sistema più grosso di lui nel quale svolgeva una funzione per ottenere benefici economici. Mi sembrava di trovarmi in una palude senza avere né mappe né idee su come fare per uscirne. Non ne avevo la più pallida idea; capii però che avevo una scadenza, una finestra temporale che non sarebbe durata in eterno. Dopo un breve periodo di riflessione decisi di concedermi un anno, un anno di ricerca durante il quale individuare le mie capacità partendo da un punto di riferimento: il disegno. Da sempre sentivo che il disegno era una capacità che volevo sviluppare perché mi avrebbe permesso di esprimere le idee che avevo in testa rendendole reali.

Il Giovanni che volevo trasformare era parte funzionale di un sistema più grosso di lui nel quale svolgeva una funzione per ottenere benefici economici.

Prendendo come ancora il disegno mi iscrissi all’Accademia di Belle Arti ma non mi limitai solo ad un percorso accademico, sapevo che mi sarebbe stato stretto, iniziai a sperimentare ed esplorare tutte quelle attività che in qualche modo mi attiravano, mi davano delle emozioni: dalle percussioni alla fotografia, dalla scultura al teatro all’antropologia fino ad arrivare alla ceramica preistorica.
E proprio ad un Workshop di ceramica preistorica ebbi l’occasione di incontrare una persona speciale, davvero speciale.
Questa persona, che divenne poi il mio maestro, si chiama Heinz Lackinger e con lui intrapresi un percorso fantastico durante il quale scoprii che la ceramica preistorica sarebbe diventata una sorta di riferimento, il mio mezzo privilegiato di indagine.

Un aneddoto curioso…

una sera, dopo un pomeriggio di intenso lavoro che mi stava dando grandi soddisfazioni, Heinz richiama la mia attenzione su uno dei manufatti che avevo preparato quel giorno appoggiato su un tavolaccio in legno, mi disse di prenderlo e di andare con lui senza fare domande.
Dopo qualche centinaio di metri eravamo già immersi nel bosco, in una piccola radura circondata da una fila di alberi altissimi, si girò e mi disse di lanciare il manufatto più lontano che potevo. Puoi immaginarti come mi sentivo in quel momento, ero molto orgoglioso di quel pezzo e non era stato scelto a caso da Heinz, mi si è gelato il sangue!!!
Heinz era lì in piedi di fronte a me e con tono duro mi incalzava: “Perché sei venuto qui?


Mi stavo concentrando solo sul come creare un oggetto esteticamente perfetto ma stavo perdendo la parte più importante del percorso, lo scopo del percorso non era imparare a confezionare un bel manufatto ma approfondire, gettando le basi di un personalissimo strumento di indagine come la ceramica preistorica.

Heinz mi insegnò, proprio come si fa con la ceramica preistorica, ad entrare in contatto con l’origine di un processo per superare naturalmente tutte le regole già impostate da altri e osservare direttamente le potenzialità delle cose.
Da questo insegnamento è nato LABORATORIO ELEMENTI che mette in risalto la vera bellezza degli elementi naturali più poveri e comuni, per restituire, alle persone, la possibilità di vedersi per quel che sono, oltre i giudizi e i preconcetti, meravigliosi pezzi unici.